STORIA DEL GIAPPONE

LE ORIGINI
STORIA DEL GIAPPONE
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I SAMURAI
I RONIN
DAL JITSU AL DO
STORIA DEL JU JITSU
STORIA DEL JUDO
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Monte Fujiama

Monte Fujiama

Preistoria e Protostoria

 Non si può dire di conoscere un popolo, se prima di esaminare il suo pensiero la sua cultura non si conosce la sua Storia. Poichè in ciascuno popolo della terra il proprio modo di essere è determinato dalla propria storia e dall’ambiente nella quale si è sviluppata, la propria filosofia di vita

 

 


Periodo JOMON
(10.000 /300 a.C
.)

Il periodo Jomon, sviluppatosi verso il 10.000a.C. fino al 300 a.C. circa ha visto nei suoi primi abitanti in prevalenza nomadi, uomini in continuo spostamento dalle coste alle zone interne, dando ampio spazio all’agricoltura, senza tralasciare la caccia e la pesca, in quanto quest’ultima costituiva l’alimentazione principale. In questo periodo si sviluppa l’arte della ceramica a impressione a corda. Reperti antichissimi risalenti all’epoca sono stati rinvenuti da scavi archeologici e sono conservati nei musei Nipponici. Di notevole importanza la storica data dell 11 febbraio dell’anno 660 a.C. tutt’oggi ricordata dove ad opera di
Jummu Tenno, nacque la Mitica Fondazione dell’Impero Giapponese.

Periodo YAYOI
(300 a. C. /250 d.C)

dotaku-yayoi

Cronologicamente, dopo il periodo Jomon, succede il periodo YAYOI, che va dal 300 a.C. al 250 d.C. Il nome di tale periodo, deriva dal distretto di Edo “l’odierna Tokyo”, dove vennero rinvenuti per la prima volta, alcuni particolari resti archeologici, di oggetti musicali : flauti, cetre ed altri strumenti a corda. Altre fonti attribuiscono tale periodo allo sviluppo delle coltivazioni di riso in risaie, altre fonti invece attribuiscono tale periodo alla lavorazioni delle ceramiche. Di certo fu un periodo molto importante per la lavorazione dei metalli , ferro, bronzo, reperti dell’epoca ritrovati, confermano la lavorazione anche di manufatti ed oggettistica con tali metalli risalenti a questo periodo.

Periodo KOFUN o YAMATO
(300/552 d.C.)

Dal 250/300 d.C. sino alla metà del 552 è detto periodo KOFUN, periodo dei tumuli, prendendo il nome dalle caratteristiche tombe a tumulo in terra e pietra che avevano dimensioni diverse a secondo dello strato sociale dei defunti. Nelle tombe assieme al defunto venivano seppelliti gli oggetti a lui cari, ceramiche, armature e armi, ecc… Le tombe esternamente venivano decorate con statuette d’argilla internamente vuote chiamate “Haniwa”, alle quali venivano attribuiti diversi ruoli, (da sentinelle del sepolcro a sostituti servitori del defunto). Si narra che l’ascesa al trono della regina Himiko (o Piniko) dell’ Ujigami clan molto potente all’epoca, fu discendente della dea Amaterasu divenendo così stirpe imperiale e trovandosi nella pianura Yamato ne prese il Nome, attraverso questa dinastia ci fu l’unificazione del Giappone.In questo periodo tutte le terre furono sotto il dominio imperiale. Vi fu l’introduzione della scrittura, iniziarono missioni diplomatiche con la Cina.

Periodo ASUKA
(550/710 d.C.)

Questo periodo si identifica principalmente per l’introduzione del Buddismo dal regno coreano di Paekche. Segue il conflitto tra Soga e Monobe/Nakatomi, i primi sono favorevoli al buddismo in quanto di antenati coreani, mentre i secondi sono tradizionalisti shinto, che vedevano nell’introduzione di culti esteri un decadimento dei valori morali con oscuri presagi. Quando nel 587 prevalgono i Soga, il buddismo si diffonde con una forte influenza dell’idealismo astratto su tutta la cultura del Giappone. Secondo alcuni il periodo si chiude quando salì sul trono l’Imperatore Tenji che fonda il potere sulla forza militare e restaura il sistema dei titoli onorifici Kebane, per la gerarchia uji. Vengono completati e scritti gli imponenti codici Taiho Ritsuryo, che saranno la base del Taiho dell’VIII secolo, e avrebbero svolto un ruolo di grande importanza nel successivo periodo Nara.

Periodo NARA
(710/794 d.C.)

In questo periodo, che prese il nome dalla prima capitale nella zona nord occidentale della pianura Yamato chiamata anche Heijokyo altresì detta Nara, fatta costruire dall’imperatore Gemmei, il Giappone diventò zona di rilievo sulla via della seta ed ebbe un notevole sviluppo culturale dovuto sia alle dinastie Tang, sia all’assimilazione della cultura cinese, ci furono varie introduzioni, la scrittura ideografica la redazione di cronache interne al paese, di editti di codici penali e di leggi amministrative, riforme sopratutto quella agraria. Il Buddismo diviene religione di corte

Periodo HEIAN
(794/1185 d.C.)

In questo periodo, il Giappone, affermò una cultura propria con mode e tradizioni tipiche del paese e godette per 350 anni di pace e prosperità. In quell’epoca gli Imperatori iniziarono a delegare parte del potere a dei subordinati, nacquero così delle importanti nuove famiglie, (come quella dei Fujiwara che esercitarono il potere  dal’866 al’882 ). Inoltre, in quel periodo ci fuun vasto sviluppo nell’arte, la poesia e la letteratura, immortalate dalla dama di corte Murasaki Shikibu nel Genji monogatari (il racconto di Genji) confermato tutt’ora come uno dei più antichi racconti esistenti. Un altra cosa importante fulo spostamento della capitale a Kyoto (il cui antico nome Heian). Per quanto riguarda invece la religione, vi fu una grande propagazione del Buddismo, che entro e si integrò con la vita nazionale. Una nuova aristocrazia prevalentemente interessata all’agricoltura, cercò di appropriarsi in modo illecito, di terre date legalmente in precedenza a molti piccoli coltivatori. Si formarono in seguito fazioni i cui rispettivi capi divennero in molti rivali, per tali interessi, da tali necessità nacquero i primi clan dei famosissimi guerrieri Samurai, che avevano il compito di amministrare e difendere i latifondi dell’aristocrazia. Verso la fine del periodo, le famiglie che si contendevano il potere erano tre, i Fuijiwara, i Taira e i Minamoto, vi furono due guerre civili i taira furono talmente potenti da far fuori i Fujiwara, ma il loro dominio non durò a lungo, i Taira si dovettero scontrare con i Minamoto, che ebbero la meglio, aprendo un periodo d’oro per la cavalleria Giapponese. infatti Yaritomo Minamoto conquisto il potere e mise fine all’amministrazione imperiale e inaugurò una dittatura militare che durò per sette secoli.

Periodo KAMAKURA
(1185/1333 d.C.)

Inizia un periodo dove predomina il potere militare, con un sistema feudale paragonabile al sistema feudale del Medioevo in Europa. L’imperatore Go Toba nomina Yorotimo Minamoto setei Shogun (comandante generale supremo contro i barbari), nasce così lo Shogunato. I Buke, caste guerriere, sostituiscono i Kuge, famiglie aristocratico-civili di epoca Heian. Si crea il Bakufu, governo militare a carattre nazionale presieduto dagli shogun. nel 1199 muore Yoritomo, e nel 1203, Hojo Tokimasa diventa reggente dello shogun. La famiglia Hojo inizia così a svolgere un ruolo simile a quello dei Fujiwara, tramando nell’ombra ed uccidendo tutti gli avversari politici. In particolare, tra gli Hojo furono, le figure femminili a tessere le trame più meschine alla corte dello shogun e dirigere gli indirizzi politici del paese.
Nel 1221 l’Imperatore Go Toba, attacca per riprendersi il potere il Bakufu, ma sconfitto venne esilito. Nel 1232 viene composto il codice Joei, legge feudale codificata dall’elite guerriera, si forma così in Giappone il Buddismo Zen. Dal 1274 al 1281, avvengono le invasioni dei mongoli, la flotta mongola era incredibilmente superiore alle forze Giapponesi, in un rapporto di cento contro uno, ma in entrambi i casi poco prima dello sbarco sulle coste nipponiche la flotta mongola viene spazzata via da un tifone provvidenziale, un vento divino. Da qui nasce la parola kamikaze (kami=dio, kaze=vento), quindi “kamikaze=vento divino”. Essendo stata questa la speranza finale dei giapponesi contro i mongoli, il nome fudato anche ai piloti suicidi della seconda guerra mondiale. Dal 1333 al 1337, L’imperatore Go Daigo cerca di riacquistare il potere che spettava alla corte prima dell’istituzione dello shogunato, e di abolire quindi l’insei. Con l’aiuto di Ashikaga Takauji riesche a distruggere il Bakufu di Kamakura, attuando così la restaurazione Kenmu, che ha come effetto l’ulteriore spostamento del potere verso l’autorità militare. Takauji però gli si rivolta contro e sconfigge le fila imperiali, sostituendo Go Daigo con Komyo. Go fugge quindi a Yoshiro, Nenreb Komyo resta al palazzo imperiale. Si apre così il periodo del Nanbokucho (corti del sud e del nord, dal 1337 al 1392) in cui due corti regneranno contemporaneamente l’una avanzando tesi di legittimità sull’altra.

Periodo NANBOKUCHO
(1333/1392 d.C.)

Il generale Ashikaga Takauji ambisce alla carica di Shogun essendo discendente da un ramo della famiglia Minamoto, ma anche le famiglie militari alleate dei Tokugawa e dei Nitta discendono dai Minamoto.
Al momento i Tokugawa non sono pericolosi, perché non forti militarmente; ma i Nitta, potenti, armati e nettamente filo-imperiali sono un grosso ostacolo per le ambizioni di Takauji.
Dopo varie prove di forza affronta e sconfigge Nitta, si proclama Shogun, occupa la capitale ed obbliga il sovrano Go-Daigo a consegnargli i tre simboli imperiali: il Gioiello, lo Specchio, la Spada.
Go-Daigo fugge sui monti Yoshino a Sud della Capitale e rivendica la carica di Imperatore.
Si creano due corti imperiali, una a sud ed una a nord, fino al 1392 quando la corte del sud accetta di riconoscere quella del nord come l’unica legittima.
Già dal 1338 Ashikaga Takauji porta la sede dello shogunato a Kyoto e si trasferisce a Corte, forse non tenendo presente che ciò aveva prima di lui portato alla rovina le fam. Fujiwara e Taira. Si allentano pian piano i legami con i clan guerrieri della provincia del Kanto ed i produttori agricoli.

Periodo MUROMACHI
(1392/1568 d.C.)

Gli Shogun Ashikaga successivi, ad eccezione di Yoshimitsu, non riescono a tenere il paese sotto controllo e perdono l’appoggio di molte casate-militari. I contadini si sollevano continuamente. Le casse dello Stato sono vuote. Nella seconda metà del 1400 il paese è in preda ad epidemie e gravissime carestie. Kyoto viene a trovarsi al centro degli scontri.
La complessità della situazione sfocia nella guerra civile, iniziata nell’Era Onin (1467) e durata quasi 100 anni (detta sengoku – il paese in guerra). Ai signori provinciali viene dato il controllo dei territori, così i guerrieri si trasformano in proprietari terrieri e signori feudali (Daimyo). I nobili di Corte sono alla rovina, i Daimyo si arricchiscono e si armano.
La famiglia imperiale nel 1500 è finanziariamente alla rovina; nel 1550 anche gli Ashikaga sono senza potere e senza soldi. La guerra Onin è assieme l’inizio della fine imperiale e shogunale. Nel paese inizia l’anarchia e cessa il potere centrale. Unici vincitori i grandi Daimyo, ricchi, potenti, militarmente preparati, pronti ad annettersi i territori dei perdenti. Pian piano si trasformano in veri e propri sovrani locali, incontrastati a causa delle loro rispettive forze militari. I Bushi, i samurai, si pongono al di sopra dei disprezzati cortigiani, dei corrotti mercanti, dei rispettabili ma sottomessi contadini ed artigiani. Culto del Daimyo, della spada, dell’onore guerriero.
A metà del XVI° sec. circa 30 Daimyo detengono il potere su tutto il Giappone, anche se in totale sono circa 200, compresi i minori.
Nel 1542 e poi nel 1550 i Portoghesi “scoprono” il Giappone. Ingresso nel paese di missionari cristiani e delle armi da fuoco. Nel 1558 i Daimyo del Kyushu hanno cannoni nei loro arsenali di guerra.
Nel 1560 un Daimyo della ragione di Mikawa, Imagawa Yoshimoto, tenta di imporsi sugli altri grandi Daimyo, avanzando verso Kyoto per avere un’investitura dall’Imperatore e dallo Shogun. Attraversa la regione di Owari con un grosso esercito, ma un giovane signore del luogo lo affronta e lo sconfigge con solo 2000 Bushi. Quel condottiero, discendente della famiglia Taira è Oda Nobunaga.
Dopo una serie di alleanze, di matrimoni politici e dopo la presa di Mino (1567) per mano di un capitano di nome Toyotomi Hideyoshi, nel 1568 Oda Nobunaga entra in Kyoto come difensore della legittimità imperiale.
Sempre con l’aiuto del capitano Toyotomi Hideyoshi, sconfitto Asakura signore di Echizen, sconfitto Asai Nagamasa cognato dello stesso Oda ed a lui ribellatosi, distrutti i 3000 templi buddhisti ed i monaci del Monte Hiei a lui ostili (1571), Oda Nobunaga è praticamente padrone del paese. Nel 1573 entra in Kyoto e depone lo Shogun: è la fine degli Ashikaga.

Periodo MOMOYAMA
(1568/1600 d.C.)

Intento di Oda Nobunaga è ora allargare il suo potere nella parte sud-occidentale del paese e nelle regioni prospicienti il mare interno. Lo ostacolano la potentissima setta dei monaci Hikko, attestati in una fortezza vicino Osaka. Con l’ausilio del fedele Tokugawa Ieyasu che lo protegge alle spalle nel Kanto, Oda attacca gli odiati Hikko e li distrugge, uccidendone gli oltre ventimila seguaci (1580).
Invio di Hideyoshi alla conquista del sud-ovest dell’Honshu che però è costretto a chiedere rinforzi a Nobunaga che però, tradito da un suo capitano, viene costretto al suicidio (1582). Sembra’ la fine del suo sogno di riunificazione del paese, ma il progetto viene portato avanti dai suoi due fedeli collaboratori, Hideyoshi e Ieyasu.
La personalità di Oda Nobunaga era molto militare, crudele con i nemici oltre misura, in particolare modo con i monaci buddhisti suoi acerrimi nemici. I suoi castelli e fortificazioni militari videro comunque crescere intorno a loro fiorenti attività artigiane e commerciali. Abile stratega, non mancava di essere un riformatore in senso politico e sociale. Tollerante con i missionari gesuiti, quanto ateo ed arrogante.Alla sua morte i due generali si trovano immancabilmente in conflitto fra loro. Hideyoshi allora dà in sposa una sua sorella a Ieyasu e stringe con lui un patto di alleanza (1584).
Sicuro alle spalle conquista in breve lo Shikoku ed il Kyushu; poi si volge verso il Kanto, contro gli Hojo di Odawara unendo le sue forze con quelle di molti piccoli alleati e quelle ben più forti di Ieyasu. Nel 1590 tutto il Giappone è ai suoi piedi.
Ecco che emerge la sua smania di grandezza o forse un suo progetto social-politico di lungo termine. Decide la conquista della Cina e muove alla volta della Corea con oltre 150.000 armati (1592) e poi ancora con altri 100.000 (1597), ma continui rovesci lo costringono al ritiro. Nel 1598 muore e le fazioni favorevoli alla pace decidono il rientro in patria. Di oltre 300.000 soldati, oltre un terzo non farà ritorno e le mogli ed i figli dei suoi vassalli, in ostaggio nel castello di Osaka, non avranno più ragione d’esistere.
Non erano comunque mancate le riforme sociali, come quella del catasto rurale, i registri dei coltivatori, i registri dei samurai, il calcolo delle rendite in “koku”(=150kg.). A questi segue il permesso di armarsi dato solo ai samurai, la proibizione ai contadini da lasciare la terra, il divieto per i samurai di lasciare il proprio Daimyo.
immagine 2Dalla sconfitta in Corea e dalla morte di Hideyoshi, emerge la figura di Ieyasu.
Di origine Minamoto viene allevato da un samurai e poi fortuitamente allevato dalla famiglia degli Oda di Owari. A seguito delle vicende militari e fedelissimo alleato di Hideyoshi, sconfitti gli Hojo del Kanto, ne riceve in dono tutte le provincie della regione. Ciò gli permette rendite favolose ed il non coinvolgimento “nell’avventura” coreano-cinese. Alla morte di Hideyoshi ha terre per oltre tre milioni di koku e nel 1599 entra in Osaka come protettore del figlio di Hideyoshi, di nome Hideyori. Il Principe era nella custodia di 5 saggi in attesa della maggiore età, ma Ieyasu, uno dei cinque, incurante del pericolo trama alle spalle degli altri tutori e lo scontro è inevitabile.
Il 21 Ottobre 1600 a Sekigahara, la coalizione al comando di Tokugawa Ieyasu sconfigge i rivali e si avvia a divenire padrone dell’intero paese. Hideyori è comunque in salvo nel castello di Osaka, ben protetto dai suoi seguaci.
In quanto di discendenza Minamoto, nel 1603 Ieyasu pretende dall’Imperatore il titolo di Shogun.

Periodo TOKUGAWA o (Edo)
(1600/1868 d.C.)

 Nel 1614 assedia Osaka, ma Hideyori resiste e Ieyasu deve desistere; l’estate successiva ripete l’attacco ed ottiene la vittoria. Hideyori e la madre si suicidano, Ieyasu riporta ferite che poi lo condurranno a morte(1616).
Il Giappone è ora pacificato e nelle mani della famiglia Tokugawa.
I Daimyo sono legati allo shogun, ma in modo diverso fra loro. Infatti in posizione di privilegio sugli altri ci sono i Daimyo Tokugawa di Kii, Owari e Mito, unici a poter dare una discendenza ai futuri shogun. Seguono altri 20 Daimyo parenti della famiglia Tokugawa. Poi ancora i Daimyo già alleati prima della battaglia di Sekigahara. Poi i Daimyo pericolosi, quelli che si erano sottomessi solo dopo Sekigahara.
Molti i samurai alle dirette dipendenze della famiglia shogunale. Nel 1650 sono circa 5000 gli assegnatari di feudi e 17.000 gli stipendiati.
Alla famiglia imperiale, ai nobili ed al clero, vengono assegnate delle rendite, ma le vere ricchezze sono nelle mani dello Shogun. Nel 1615 erano state promulgate le leggi regolanti le funzioni dell’Imperatore, la sua discendenza, le funzioni dei Nobili di Corte.
Prima come consuetudine e poi come obbligo (Sankin-kotai 1635), ai Daimyo viene imposto di lasciare periodicamente le loro terre e risiedere ad Edo dove però devono tenere in permanenza mogli e figli; ciò crea una dipendenza totale del Daimyo, sia fisica che economica, che lo tiene lontano da tentazioni di ribellione.
Il potere al Daimyo è concesso dallo Shogun, che può anche revocarlo. In cambio il Daimyo deve aiutare lo shogunato militarmente e finanziariamente.
Sotto stretta sorveglianza tutti i monasteri, con un Sovrintendente shogunale (1635) su clero e conventi.
Pian piano la stragrande maggioranza dei samurai del regno si trasformano in funzionari civili in armi.
Fra gli shogun successivi nessuno in particolare riesce ad eguagliare la figura di Ieyasu; anzi si ha un crollo finanziario delle casse shogunali dovuto al malgoverno delle ricchezze del paese.
Con il passare degli anni le cose peggiorano sempre più ed il Giappone, isolato dal resto del mondo, rimane arcaicamente ancorato a modelli di sviluppo insufficienti. Critico il decennio 1830-40, le campagne sono sconvolte dalla carestia e dalle rivolte dei contadini.
Gli Occidentali non stanno a guardare; già alla fine del 1700 la Zarina di Russia tenta di aprire delle colonie nelle isole Curili, ma senza esito. Navi britanniche ed olandesi tentano più volte di approdare per commerciare, ma vengono respinte.
Più risoluti gli Stati Uniti che si presentano con navi da guerra già nel 1846 e nel 1849, ma senza forzare la mano. Poi nel 1853 l’Ammiraglio Perry consegna un ultimatum: o si aprono rapporti commerciali o si agirà con la forza.
L’arrivo degli stranieri getta i politici nel caos: Perry ritorna nel 1854 e forte di una flotta da guerra impone un trattato al Consiglio degli Anziani.
Subito arrivano anche Francia, Olanda, Russia, Gran Bretagna, che ottengono analoghi accordi commerciali.
E’ la fine dell’isolamento del Giappone durato due secoli. Il governo shogunale è allo sbando. Nel paese prende piede il partito “dell’onore”, che intende cacciare i barbari. Dal ’60 al ’63 lotte intestine e terrorismo nei confronti dei filo-occidentali.
Nel 1862 lo Shogun Tokugawa sposa la sorella dell’Imperatore, mettendosi praticamente nelle mani della famiglia imperiale.
I Nobili tentano una riabilitazione sociale.
Nel 1865 gli Occidentali si fanno ratificare tutti i trattati dall’Imperatore:
Lo shogunato perde forza anche con i Daimyo, stanchi ed esasperati. Finisce l’obbligo della residenza e degli ostaggi.
Il 3 Gennaio 1868 i più grandi Daimyo del paese occupano il palazzo imperiale, proclamano la fine dello shogunato, restituiscono pieni poteri all’Imperatore che confisca tutti i beni dello Shogun. E’ la restaurazione Meiji del 1868.

Periodo MEIJI
(1868/1912 d.C.)

In questo periodo il governo dell’Imperatore Mutsuhito designò il suo regno come “Meji” ovvero “regno illuminato”.Questo regno mirava a far diventare il Giappone una potenza mondiale. Sotto la supervisione del governo si cominciò un rapido processo di industrializzazione. Una nuova costituzione, che fu promulgata nel 1889, prevedeva che i poteri dell’imperatore fossero preservati. Questo comprendeva una costituzione, che era formata, da una camera alta composta dì 363 membri e da una camera bassa composta dì 463 membri. Tuttavia l’imperatore aveva il potere assoluto ed egli come sopra riportato aveva la facoltà di “emanare leggi e il potere esclusivo di dichiarare guerra e proclamare la pace”. L’impero, verso il 1879, intraprese un’aggressiva politica estera. Ebbe dei conflitti con la Cina e questo provocò la guerra “Cino-Giapponese” (1894-1895) in cui il Giappone prevalse pesantemente sulla Cina. Quindi la Cina cedette al Giappone l’isola di Formosa o (Taiwan) e le isole Pescadores, pagando una forte somma di denaro. Inoltre nel 1904, il Giappone interruppe le relazioni diplomatiche con la Russia e ebbe luogo la guerra Russo-Giapponese.

Periodo TAISHO
(1912/1926 d.C.)

 All’imperatore Mutsuhito succedette nel 1912 Taisho, il cui precario stato di salute favorì il consolidarsi del ruolo politico dei militari. Nell’agosto del 1914, allo scoppio della prima guerra mondiale, il Giappone inviò un ultimatum alla Germania, con cui si richiedeva l’evacuazione del territorio di Jiaozhou (Kiaochow), nella Cina nord orientale. Al rifiuto da parte dei tedeschi, il Giappone entrò in guerra a fianco degli Alleati, occupando le isole tedesche nel Pacifico. Nel 1915 il Giappone presentò alla Cina le “ventuno richieste”, in merito alla concessione di privilegi industriali, ferroviari e minerari, che rappresentarono la prima affermazione della politica giapponese di dominio in Cina e in Estremo Oriente. Nel 1916 la Cina cedette al Giappone i diritti commerciali nella Mongolia interna e nella Manciuria meridionale.
Il trattato di pace che concluse la prima guerra mondiale assegnò al Giappone le isole che aveva occupato nel Pacifico, a titolo di mandato della Società delle Nazioni, della quale il paese divenne membro statutario. Il Giappone ottenne anche la concessione di Jiaozhou, che tuttavia dovette restituire alla Cina nel 1922 in base al trattato di Shandong, stipulato durante la conferenza di Washington dello stesso anno.

Periodo SHOWA
(1926/1989 d.C.)

Con periodo Shōwa si intende il lasso temporale della storia giapponese compreso fra il 1926 e il 1989, durante il quale regnò l’imperatore Hirohito. Gli eventi più rilevanti del periodo showa sono stati la immagine 4nascita del fascismo giapponese, la Seconda Guerra Mondiale, seguita dall’occupazione americana, la crescita economica nel dopoguerra e la democratizzazione. La repressione del periodo Shōwa.Dopo una prima apertura, con la concessione del suffragio universale maschile nel 1925, il governo giapponese si avviò verso il fascismo reprimendo in maniera sempre più determinata ogni forma di dissenso, grazie alla Chian Ijiho, una legge che consentiva di punire chi metteva in pericolo il kokutai. Si trattava di una legge volutamente ambigua per consentire di incriminare facilmente gli oppositori benché non si fossero macchiati di delitti particolari.Nel 1928 l’imperatore emendò tale legge introducendovi la pena di morte, in Giappone però il numero di vittime del regime fascista fu molto limitato, si preferiva infatti ricorrere a strumenti meno drastici ma ugualmente efficaci per reprimere il dissenso. Fra gli strumenti dell’apparato repressivo vi era il Tokko, simile a una polizia segreta, aveva il compito di diffondere il terrore fra gli oppositori, esso era affiancato dai “procuratori di pensiero”, presenti in ogni tribunale.Uno degli strumenti più utilizzati era l’abiura della posizione ideologica, detta tenko, tramite la quale l’oppositore, affidato a un “procuratore di pensiero”, abbandonava le sue idee sovversive per essere reintegrato con gli altri sudditi. A tale sistema repressivo vanno ricondotti il caso Minobe e il caso Tsuda. Per caso Minobe si intende l’attacco nel 1935 da parte dell’Associazione dei riservisti a Minobe Tatsukichi, a causa della sua “teoria dell’organo” per il quale l’imperatore era un organo dello stato non al di sopra di esso. Il caso Tsuda,invece, indica l’intervento contro Tsuda Sokichi per aver messo in dubbio la leggendaria data di fondazione della nazione.

Perido HEISEI
(1989/ad oggi d.C.)

Il perido Heisei è quel lasso temporale della storia giapponese che parte dal 1989 ed è attualmente in corso, durante il quale regna l’imperatore Akihito. La principale caratteristica del periodo Heisei è l’instabilità, sia politica, per la crisi del Partito Liberal Democratico, che economica, per lo scoppio della bolla speculativa. Fra il 1986 e il 1991 si andò gonfiando in Giappone, quella che viene definita, bolla speculativa, divennero sempre di più le imprese e i cittadini disposti a investire nel mercato azionario e immobiliare, anche grazie alla concessione di prestiti a basso tasso di interesse, all’apprezzamento dello yen e alla deregolamentazione finanziaria. Ma all’inizio degli anni Novanta la bolla scoppia, le banche, infatti, non sono in grado di esigere i prestiti concessi, a causa dell’insolvenza dei clienti. Il pignoramento dei beni in garanzia, diventa inutile, poiché ormai privi del valore originario. Si assistete per tutti gli anni Novanta a un sostanziale calo della domanda inarrestabile, nonostante l’aumento della spesa pubblica per tentare di sostenere il mercato e evitare il crollo delle banche. A peggiorare la situazione vi fu un calo delle nascite, l’aumentò della disoccupazione che raggiunse nel 2002 il record negativo del 5,2% e una forte instabilità politica. Alla fine degli anni Ottanta il Partito Liberal Democratico (indicato in seguito come PLD), che aveva dominato le scene dal 1955, andava perdendo consensi. Fra le cause della crisi del PLD vi era la fine della guerra fredda, con il crollo del muro di Berlino nel ’89, infatti, erano venuto a mancare il collante ideologico che aveva unito le varie correnti in senso anti-comunista. Venendo a mancare la coesione interna i rapporti fra le fazioni interne al partito e fra i loro leader erano sempre più conflittuali, altrettanto forti erano i conflitti generazionali fra la vecchie classe politica e le wakate, “le giovani braccia”, desiderose di prendere il posto dei loro predecessori. A dare il colpo di grazia al PLD furono i numerosi scandali in cui vennero coinvolti i suoi membri, fra cui Kanemaru Shin, accusato di corruzione e arrestato nel 1993, anno che segnò di Hosokawa Morihiro. Hosokawa era stato un giornalista dell’Asahi Shinbun e aveva avuto diverse esperienze politiche sia come parlamentare che governatore. Era un volto relativamente giovane, appartenente al neo partito Nihon Shinto, in cui gli elettori avevano riposto le speranze per un rinnovamento della classe politica e la fine di fenomeni di corruzione sempre più diffusi. Le aspettative per un totale cambiamento del sistema di corruzione che legava politici, burocrati e grandi imprese dovettero presto essere ridimensionate. Si cercò di ridurre i costi della politica diminuendo il numero di parlamentari; ma legge che avrebbe dovuto vietare donazioni a singoli esponenti dei partiti da parte di società fu accantonata. Sul piano internazionale il primo ministro Hosokawa, dapprima assunse un atteggiamento intransigente, dimostrandosi poco favorevole a cedere alle pressioni statunitensi, ma poi finì per capitolare di fronte alle richieste del presidente Clinton che prevedevano l’apertura del mercato nipponico agli USA. L’incapacità di portare a buon termine le trattative con gli Stati Uniti e di mantenere fede al programma elettorale, costrinsero nel 1994 Hosokawa a presentare le dimissioni. Il successore di Hosokawa, era Hata Tsutomu, ex liberaldemocratico, poi appogiatosi al partito Kaishin e ministro degli esteri nel precedente governo. Hata si dimostrò incapace di portare avanti il progetto di riforme fiscali amministrative, necessarie al paese. Inoltre non fu in grado di riparare alle affermazioni del ministro della giustizia Nagaano Shigeto, che aveva negato le responsabilità giapponesi nel massacro di Nanchino, provocando reazioni poco amichevoli da parte dei paesi del Sudest Asiatico.
immagine 3 bandieraL’unico successo di Hata fu l”approvazione della finanziaria, dopo la quale nel giugno del 1994, lasciò il posto di primo ministro, Maruyama Tomiichi. Nel 1994 si instaurò al governo, Maruyama Tomiichi, leader del partito socialista, fra i cui obbiettivi vi era il rispetto ossequioso del pacifismo costituzionale. Il primo ministro socialista si discostò però dai punti programmatici, impegnandosi al rispetto del Trattato di sicurezza con gli USA e legittimando le forze di autodifesa. All’interno della coalizione al governo mancava un collante ideologico e una visione comune tanto che mentre Maruyama, si scusava per gli errori del governo coloniale e le cosi dette “comfort women” gli altri ministri visitavano il santuario Yasukuni, dove erano sepolti anche i criminali di guerra. Hashimoto Ryutaro, mentre le elezione del luglio 1995, dimostravano la debolezza dei socialisti di Maruyama, il leader Liberal Democratico, Hashimoto Ryutaro si impegnava per aumentare la coesione interna al partito. Gli sforzi di Hashimoto furono ripagati l’anno successivo quando ottenne il seggio di primo ministro con le dimissioni del suo predecessor. In politica estera Hashimoto promosse un riavvicinamento agli USA che avrebbe dovuto favorire la cooperazione economica fra i due paesi e velocizzare la riduzione della presenza militare americana ad Okinawa. Sul piano della politica interna Hashimoto decise, nonostante il totale disaccordo dell’opposizione, di stanziare dei fondi per risanare le jusen, società che concedevano prestiti per l’acquisto di immobili. Sempre per quanto riguarda a politica interna il governo Hashimoto portò la tassa sui consumi dal 3 al 5 percento guadagnandosi le critiche dell’opposizione e dei cittadini. Nel 1996 Hashimoto fu rieletto con il nuovo sistema elettorale, ma la vita politica del paese divenne più complicata per la frammentazione dei partiti e la nascita di un sistema sempre più multipolare. Di particolare rilievo fu la nascita Minshuto, il partito democratico, distaccatosi dal partito socialista e guidato da Hatoyama Yukio e Naoto Kan, che ottennero la leadership del governo dal 2009.

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