STORIA DEL JU JITSU

LE ORIGINI
STORIA DEL GIAPPONE
DIFFUSIONE BUDDISMO
I SAMURAI
I RONIN
DAL JITSU AL DO
STORIA DEL JU JITSU
STORIA DEL JUDO
 

Prima dell’avvento delle armi da fuoco, in Giappone erano impiegati in guerra, fin dai tempi più remoti, l’arco e le frecce. Nei corpi a corpo i guerrieri utilizzavano spade e lance, occasionalmente combattevano a mani nude.
Questa tecnica era chiamata “Kumiuchi”: già abbastanza avanzata e questo contribuì allo sviluppo del Ju   ju jitsu lottatori Jitsu.
Furono studiati dei metodi speciali per colpire con le mani, le dita, il gomito, il ginocchio, il tallone, il piede, e metodi per torcere o spezzare articolazioni, per permettere ad una persona disarmata, o privata delle armi, di sottomettere un avversario.

Questa lontana e rudimentale tecnica di combattimento corpo a corpo contribuì allo sviluppo del Ju Jitsu.
Nella storia delle arti marziali giapponesi le tecniche di combattimento sono state tramandate quasi esclusivamente per via orale, raramente sono stati lasciati documenti scritti. Preservare la segretezza dell’arte era essenziale, “il maestro, caposcuola ” rivelava sempre solo a pochi allievi prescelti le sue conoscenze.

Inoltre nelle scuole spesso il patto fra il maestro e i suoi allievi prescelti ( detti interni ), che erano affiliati al clan della scuola “ryu”, era un patto di sangue, del tutto simile a quello che il samurai stipulava con il suo signore.

L’origine del Ju Jitsu per questi motivi è in gran parte oscura non ha quindi un fondatore certo.
La leggenda narra che il suo mitico inventore molti secoli fa, un medico di nome Shirobei Akiyama, il quale aveva studiato le tecniche di combattimento del suo tempo che imparò durante i suoi viaggi in Cina compiuti per studiare la medicina tradizionale e i metodi di rianimazione, senza però ottenere il risultato sperato; contrariato dal suo insuccesso, decise di ritirarsi in meditazione per cento giorni nel tempio di Daifazu a pregare il Dio Tayunin affinché potesse migliorare.

Un giorno durante un’abbondante nevicata, accadde che il peso della neve aveva spezzato i rami a numerosi alberi robusti che erano rimasti spogli, lo sguardo si poso allora su un albero che era rimasto intatto, noto infatti un albero molto esile, un salice piangente, dai rami flessibili, ogni volta cha la neve minacciava di spezzarli, piegandosi sino a terra questi si flettevano ed i rami si liberavano in un solo colpo del peso della neve, riprendendo la primitiva posizione.

Questo fatto impressionò il bravo medico, che intuendo l’importanza del principio della non resistenza lo volle applicare alle tecniche che sta studiando dando così origine ad uno degli stili di lotta più antichi del Ju Jitsu, lo stile “Yoshin ryu, scuola dello spirito del salice” tutt’ora esistente, che da 400 anni si tramanda tecniche di combattimento a mani nude o con armi, in maniera quasi del tutto invariata.

La parola Ju Jitsu, infatti, significa cedevolezza, flessibilità quindi la traduzione della parola Ju Jitsu o Ji Jutsu suona come ” arte della cedevolezza, e flessibilità” per questo è stata anche chiamata la dolce arte.

Cos’era dunque il Ju Jitsu una antica lotta giapponese eseguita a mani nude ed era conosciuta sotto una dozzina di nomi differenti, come Yawara, Taiiutsu, Wajuts, Torite, Kogusoku, Kempo, Hakuda, Kumiuchi, Shubaku, Koshi -no-mawari ecc:
Aveva numerose scuole, che si distinguevano tra loro per i propri metodi, in generale il Ju Jitsu può essere definito come un’arte d’attacco e di difesa, il più delle volte senza uso d’armi, contro avversari armati o no.

In una cronaca giapponese dell’epoca 720 d.C., nel ” Nihon Shoki “, storia del Giappone scritta per ordine imperiale, che ebbe luogo nel settimo anno di regno dell’imperatore Suinim, 230 anni prima di Cristo si parla di un torneo “Chikara Kurabe” ( gara di forza .)

Anche se non sicuro che questo “Chikara Kurabe” ( gara di forza ) abbia avuto qualche legame con il Sumo e il Ju Jitsu, dell’antichità, l’avvenimento è considerato come prova storica importante e autentica dalla quale deriverebbe la lotta  tradizionale giapponese.

Il più antico testo della letteratura Giapponese in cui appare la parola Yawara è il Koniaku Monogatari (Libro delle storie antiche e moderne ) che si ritiene sia stato scritto nella metà dell’XI, dato che la parola Yawara citata in questo libro si trova in un racconto di Sumo, non possiamo identificarla direttamente con il Ju Jitsu; tuttavia questo particolare costituisce un interessante documento, degno d’attenzione per gli storici delle ju jitsu donnaArti Marziali.

Secondo il Bujitsu Ryusoroku ( Biografia dei fondatori delle scuole delle differenti arti marziali ) e altri documenti, nel periodo precedente alla fondazione del Judo Kodokan, esistevano circa una ventina di “ryu ( scuole)” di Ju Jitsu come; “Takenouchi-ryu, Sekiguchi-ryu, Kyushin-ryu, Kito-ryu, e Tenshin-Shin’yo- ryu”.
Le ultime due scuole “Kito-ryu, e Tenshin-Shin’ yo- ryu.” furono studiate particolarmente dal Professor Jigoro kano dalle quali furono sviluppate alcune tecniche del “Judo Kodokan”.
La differenza tra le diverse scuole era dovuta principalmente, alla specializzazione dei maestri in certe tecniche di Ju Jitsu. Ma negli ultimi tempi di quell’epoca sembra che alcuni maestri, abbiano fondato la loro scuola soltanto per farsi pubblicità, di fatto ci furono numerose scuole differenti come denominazione, ma che concretamente insegnavano le stesse tecniche.

Tuttavia l’arte della tradizionale lotta giapponese subì l’influenza delle tecniche di box cinese ” Chuan fa, o kung-fu in giapponese Kempo “, si narra che un cinese, Chen Yan Pin ( XVI secolo ), naturalizzato giapponese, nella prefettura di Aichi insegnasse a tre ( Ronin: samurai senza signore ) i segreti delle scuole di “Kempo”.
Da questi tre “Ronin” sarebbero derivate le prime scuole di Ju Jitsu in Giappone.

Fra le più famose ed antiche scuole di Ju Jitsu sopra indicate, citiamo la Tenshin-Shin’ yo- ryu e la Takenouchi – ryu.

In particolare la scuola di Tenshin-Shin’ yo- ryu ( XVI secolo, il cui fondatore Yoshitoki si recò in Cina per apprendere il “Kempo” era specializzata in tecniche di percussione, tipiche degli stili del “Kempo”.
Questa scuola organizzata nel modo tradizionale cinese: insegnava oltre alle tecniche di percussione, strangolamenti ed immobilizzazioni, anche nozioni di anatomia, primo soccorso e medicina, alla maniera delle tradizionali scuole cinesi.

Nelle scuole di “Chuan fa, o kung-fu in giapponese Kempo”, infatti il padre (sifu) era sia maestro di combattimento che un medico, così come le arti marziali erano sia tecniche di lotta che sistemi per migliorare il corpo in salute. Anche la Takenouchi – ryu fù fondata intorno alla metà del Cinquecento da Takenouchi Toichiro, un samurai che introdusse lo studio del “bokken” e del bastone “jo”, oltre ad essere la scuola specializzata nelle immobilizzazioni.

Il momento d’oro del Ju Jitsu si ha nel periodo dello shogunato Tokugawa (1600-1868), in questo periodo si assiste a una grande fioritura delle scuole di Ju Jitsu, il successo di queste scuole fù dovuto anche dall’editto che nel (1588) proibì di portare la spada a tutti coloro che non facessero parte della classe dei samurai (bushi).

Le teorie ed i principi del Ju Jitsu e gli insegnamenti delle differenti scuole si basano per lo più sulle idee di un famoso vecchio libro di strategia, prediletto dal teorico cinese Hwang-Shinkon, che fu la Bibbia dei soldati. lotta samuraiNell’era feudale intitolato: La forza sta nell’agilità ( la quercia può stroncarsi mentre il giunco sfida la tempesta ) questo concetto, riprendeva anche la filosofia di Lao-tsu che predicava; la forza sta nella debolezza, ed il concetto del benefico sta no nel contrastare l’avversario ma nell’assecondarlo e cedere alla sua forza. Analogo concetto che si ritrova nel libro dei I-Ching vale a dire seguire la linea di minima resistenza, ritrovando equilibrio nelle forse della natura yan che vuol significare luminoso, movimento e vita ed yin che vuol significare ombra immobilità e morte. Fu questa l’occasione in cui si cominciò a pensare alla migliore maniera per utilizzare il proprio corpo come un arma.
Le scuole di Ju Jitsu prosperarono fino alla restaurazione Imperiale Meiji (1868) quando l’isolamento del Giappone medievale venne rotto e la nazione fù costretta ad aprirsi al commercio con l’occidente, nonché alla cultura occidentale.

Quando nel 1871 un’ordinanza proibì di portare la spada a tutti i samurai, le scuole di Ju Jitsu, che fino ad allora erano state finanziate dai ricchi clan di samurai, cominciarono a decadere. Non poterono più godere dei privilegi di cui avevano usufruito fino ad allora.
Seguirono a questa decadenza le grandi codificazioni delle Tecniche di Judo del Maestro Jigoro Kano e di Ushiba, e per l’Aikido, che permisero di salvare e rendere famosa nel mondo la grande tradizione del Ju Jitsu giapponese.

Dopo la seconda guerra mondiale il Ju Jitsu ha cominciato a diffondersi nel mondo venne esportato in America durante l’occupazione del Giappone dai marines americani, che rimasero conquistati dalla micidiale arma dei soldati nipponici nel combattimento corpo a corpo.
Il Ju jitsu è così diventato il più diffuso sistema di difesa personale dei più importanti corpi speciali militari del mondo.

Anche in Italia il Ju Jitsu fù importato dai marinai della Marina Militare Italiana.
La sua prima apparizione si deve ai marinai della Reggia Marina Pizzarola e Moscardelli, che diedero nel 1908 una dimostrazione sull’efficacia di questa tecnica di combattimento davanti al Re. Ma bisognerà aspettare quasi quarant’anni prima che questo metodo venga diffuso.

Fu il maestro Bianchi che rimanendone colpito per l’efficacia, decise di diffonderlo avviando un autonomo insegnamento di Ju Jitsu che porta il suo nome:

L’opera di diffusione del Ju Jitsu dello “metodo Bianchi” procedette a pieno ritmo anche grazie alle varie dimostrazioni pubbliche svolte con il gruppo dei  ” kase Hito (uomini vento)”.

Negli anni settanta il metodo Bianchi fu rielaborato dal maestro Rinaldo Orlandi, il quale codificò 100 tecniche di difesa secondo un sistema che raggruppa in 5 gruppi di 20 tecniche applicate in 5 settori: ” squilibri, proiezioni, leve, strangolamenti e globalità d’azione.

Il Ju Jitsu in Italia all’inizio fù chiamato lotta giapponese, ed entrò già a partire dagli anni venti nei programmi delle scuole militari.

Dalla sua introduzione in Italia la lotta giapponese ebbe un successo sempre crescente.
Nel dopo guerra il Ju Jitsu, che fino ad allora era praticato abbinato al Judo, si separò come disciplina autonoma mentre il Judo si avviava a diventare nel 1964 disciplina olimpica.

Oggi il Ju Jitsu è praticato in tutto il mondo e ci sono diversi stili.pubblicazione2
Il Ju Jitsu ha conosciuto una nuova fama proprio grazie al “vale-tudo”  brasiliano una formula di gara dove gli atleti provenienti da differenti discipline di lotta, si incontrano in combattimenti liberi, senza esclusione di colpi e senza categorie di peso.

Il Ju Jitsu è lo stile di lotta più valido per eccellenza di tutte le altre “Arti Marziali” che si conoscano tra le discipline orientali, ad esclusione del Judo, che è derivata dal Ju Jitsu.

Nel Ju Jitsu il sistema delle cinture ricalca quello del Judo: bianca – gialla – arancione – verde – blu – marrone – nera.

Nel Ju Jitsu brasiliano, per i bambini, sono mantenute le cinture del Judo, mentre per gli adulti le cinture sono: bianca, dopo un anno blu, viola, marrone, e nera.
Il Ju jitsu è fra le migliori tecniche di difesa personale e sicuramente migliora il controllo dell’aggressività, del coordinamento dei movimenti del corpo e sviluppa una maggiore consapevolezza delle proprie possibilità di difesa.

(Tratta da Edimedia s.a.s Fi, Wilkipedia,  e kodokan Judo)

 
 

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